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Cosa è una donna?

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2024 18:53
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08/02/2024 13:10

Re:
Danae (ayfb221203), 08/02/2024 11:33:

...
Il fatto è che in Ontario ormai da anni c’è una legge che permette alle persone di utilizzare spoiatoi o bagni pubblici in accordo a ciò in cui si identificano.
Creare locali separati per queste persone, pare, sia considerato discriminatorio.


Discorso estremamente complesso. Da naturista se tutti lo fossero basterebbe un unico grande spogliatoio per tutti/e invece siccome la nostra società mantiene ancora una serie di tabù e nel contempo inizia a voler rispettare le tendenze sessuali e psicologiche, vere o solo dichiarate, delle persone si crea un gran casino e capisco la protesta di ragazze che trovano nudo nel loro spogliatoio un uomo, con i suoi attributi maschili, che si dichiara donna e così via come pure capisco il disagio di donne che gareggiano in uno sport con una donna che sino ad un anno prima era un uomo, mantenendo una struttura fisica più forte della loro, e il lui/lei vince. Forse servirebbero dei tornei sportivi per categorie particolari? In fondo già uomini, donne, senior, disabili gareggiano in categorie differenziate per cui averne un'altra non dovrebbe ne scandalizzare ne essere considerata una ghettizzazione.

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08/02/2024 13:49

Io preferirei non avere uomini nudi nello
spogliatoio della piscina e credo che se mi capitasse una piscina dove entra un uomo perché si sente donna, cambierei piscina.
Il problema è proprio il relativismo estremo che porta poi a giustificare tutto perché ad esempio, arriva chi dice che il.pudore è un tabù e non c'è ragione per non mostrarsi nudi ad ogni occasione. Quindi vale tutto e il contrario di tutto. Possiamo lasciare la porta di casa aperta perché non è giusto fare il processo alle intenzioni agli altri prima ancora che qualcuno ci rubi in casa.
Non avere verità assolute va visto in entrambi i sensi e non credo che cadere nel ridicolo.
È discriminatorio impedire ad un uomo che si sente donna, di entrare nelle docce delle donne? Sì ma è opportuno che lo sia per tutelare la legittima intimità di chi come me ha un normale senso del pudore. Aggiungo che nelle palestre e piscine moderne, oltre agli spogliatoi in comune ci sono box appositi per chi si sente in imbarazzo per ragione sue (chi ha un arto finto, una ferita, qualsiasi problema) perché non tutti abbiamo la stessa percezione del proprio spazio intimo, privato e lo stesso senso del pudore. Il relativismo estremo, diventa a sua volta una verità assoluta e quindi non va bene.
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08/02/2024 14:59

Eroe, 8/2/2024:


Di conseguenza vanno accettate tutte le differenze in quanto considerando tutti esseri umani si accettano tutte le differenze anche se non capisco cosa intendi con "valorizzandole" ovvero bisogna valorizzare le differenze di alcuni e di altri no? 🙄


Intendo, per esempio, che per una persona nata non vedente il miglior modo per valorizzarsi non sarà certo nelle discipline che necessitano la vista come senso primario, magari però può eccellere nella musica.
Le paralimpiadi sono state create proprio a questo scopo, per permettere anche agli atleti diversamente abili di competere al massimo delle loro potenzialità.
Anche se ultimamente ci sono stati casi di atleti disabili che hanno partecipato a gare insieme ai normodotati (questi sono i termini usati dal CONI, quindi non fatemi storie).

Il fatto di ritrovarsi con un problema fisico o una condizione psicologica(dalla nascita o a seguito di incidenti o patologie) può essere senza dubbio fonte di sofferenza, soprattutto se viviamo con l’idea di dover essere qualcos’altro, ma se riusciamo a trovare la nostra strada nonostante questo, non è forse l’ideale per essere persone realizzate?

Quindi allo stesso modo, una persona trans che non si riconosce nel proprio sesso, sicuramente soffrirà della sua condizione e per quanto possibile cercherà di avvicinarsi a ciò che sente di essere, c’è chi riesce a farlo in modo più o meno soddisfacente, ma la base biologica di ciò che siamo resta la stessa.


[Modificato da Danae 08/02/2024 15:24]
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08/02/2024 15:01

Dai Trale, non farla drammatica. In piscina di norma non si può andare ignudi negli spoiatoi ma solo nei box dove ci si cambia e nelle docce se con sportelli. Quindi non si può andare in giro a mostrar attributi e grazie sia se si è donna che ci si senta donna.

Però devo anche dire che la così detta intimità è qualcosa di privato e l'essere senza vestiti non la può mettere alla berlina, non è un cazzo o due tette ignudi o non ignudi, l'intimità.
Di norma è la vergogna dovuta al non accettare il proprio corpo che produce disagio nell'essere nudi.

Cos'è una donna? Beh, per essere donna non basta sentirsi donna. È vero che ci sono persone che hanno un'indole opposta al proprio sesso ma comunque esteriormente ed interiormente per ciò che riguarda il corpo ... il funzionamento è evidente a meno di disfunzioni.
Però su questo argomento ho un opinione che non vorrei fosse intesa come possibilmente condizionante. Ascolto e osservo senza provare minimamente ad influenzare chicchessia. Di questo argomento sono a digiuno.
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08/02/2024 15:09

@Trale
Più che pudore lo farei un discorso di sicurezza, sicuramente ci saranno persone tranquille e pacifiche, ma anche pedofili, stupratori o maniaci.

Comunque lo dico, se questo è il pensiero che va per la maggiore, cioè accettare che una cosa sia reale solo perché ci rende felici, non so fin dove ci si può spingere…
[Modificato da Danae 08/02/2024 15:14]
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08/02/2024 15:12

Re:
Trale (zT7F221205), 08/02/2024 13:49:


È discriminatorio impedire ad un uomo che si sente donna, di entrare nelle docce delle donne? Sì ma è opportuno che lo sia per tutelare la legittima intimità di chi come me ha un normale senso del pudore.

Si, è come dicevo ieri : per "tutelare" la "sensibilità" di uno, urti la sensibilità, metti caso, di 30?

Allora, a proposito di "discriminazioni", ci sono anche quelle di serie A e serie B ( di discriminazioni ), ma tanto si sa che, anche in questo ( come in TUTTO ) l'eguaglianza verte sempre dalla parte nella quale maggiori sono gli interessi ( politici e finanziari ), e non certo per autentiche ragioni "etiche", e solo in questo modo si spiegano le assurdità che vengono qui elencate ( come, appunto, gli omoni - e non ho detto ormoni - che "gareggiano" nei tornei femminili stracciando le donne, oppure quelli che, sentendosi "donne", si fanno incarcerare nelle carceri femminili per poi violentare le altre detenute ).

Poi magari si giustificano dicendo che si sentono donne lesbiche e quindi, in quanto tali, amano le donne, ma avendo il pisello le possono "amare" solo così ( e ci scommetterei che ci sta pure chi se la berrebbe! ).



[Modificato da SPACC THE BALLS 08/02/2024 15:16]

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08/02/2024 15:28

boomerkiller, 8/2/2024:

Dai Trale, non farla drammatica. In piscina di norma non si può andare ignudi negli spoiatoi ma solo nei box dove ci si cambia e nelle docce se con sportelli. Quindi non si può andare in giro a mostrar attributi e grazie sia se si è donna che ci si senta donna.


L’ultima volta che ci sono stata, una palestra con anche la piscina, negli spogliatoi tante stavano tranquillamente gnude, si mettevano gli slip e si davano la crema o asciugavano i capelli. 😬
[Modificato da Danae 08/02/2024 15:28]
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08/02/2024 16:56

Anni fa conoscevo un ragazzo che è diventato una ragazza. Dato che la procedura era lunga era andato in Thailandia a cambiare sesso così aveva ridotto l' iter burocratico.
Io sono sempre stato uno per il " vivi e lascia vivere basta che non scassi a me" ...
Però a lungo andare ci aveva colpito il fatto che era diventato peggio di una ragazza ( passatemi il termine) .
Quando era uomo non voleva che la fidanzata si truccasse o andasse in giro in minigonna.
Quando lui ha fatto la sua " trasformazione" invece si truccava eccome e si metteva abiti- fazzoletto.
Oltretutto mi ricordo che parlava di cose da femmine.... ( Es.Mestruazioni e secchezza vaginale).
Questa cosa ci aveva un po' stupiti perché anche se eravamo giovani ci chiedevamo che esperienza avesse .... Un conto essere donne, un conto diventarlo.

In effetti mi ha fatto riflettere non poco questa cosa perché se da un lato appunto ero per il " vivi e lascia vivere" dall' altro ho notato che i cambiamenti fisici possono cambiare pure caratterialmente le persone .

Una cosa per cui non eravamo d'accordo era il fatto che quando frequentava dei ragazzi seriamente non diceva della sua trasformazione ... ( Ovvio che se si entra in confidenza intima con qualcuno a nostro parere doveva dirglielo.... Invece non ne ha mai fatto parola).

Si vis amari, ama
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08/02/2024 17:50

Nelle piscine da me frequentate, funziona e ha sempre funzionato come descritto da Trale e Danae.
Unica regola: nelle docce, tutte comuni e senza porte né muri, vietato togliersi il costume. Regole regolarmente non rispettata, almeno dalla maggior parte delle utenti. Non per esibizionismo ma perché dopo la nuotata, almeno abbassare il costume intero per cercare di lavarsi meglio era considerato normale.

Ritengo che la situazione in USA è talmente paradossale che sia quasi meglio non parlarne, non per censura ma per evitare un' attenzione eccessiva ad assurdità che non giustificano le energie spese per ribattere.

Anche la transizione completa e gli ormoni non rendono un corpo maschile uguale a quello femminile: a quanto pare la densità ossea e muscolare non cambia, un vantaggio fisico rimane sempre (questo in relazione all' aspetto sportivo).

Per me è solo caos e non libertà, mancanza di educazione alle frustrazioni di cui si cerca il colpevole sempre fuori da sé e mancanza di educazione al volersi bene.
Certo ci sono casi di disforia di genere, direi che tanti invece sono disturbi mentali di cui come diceva Nemes non bisogna mica vergognarsi ma curarsi. Assecondare chi non è lucido, non è fare il suo bene.


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08/02/2024 18:06


Dai Trale, non farla drammatica. In piscina di norma non si può andare ignudi negli spoiatoi ma solo nei box dove ci si cambia e nelle docce se con sportelli. Quindi non si può andare in giro a mostrar attributi e grazie sia se si è donna che ci si senta donna.


Nelle piscine comunali, qui a Genova è così come dici. Io vado in una struttura privata e c'è lo spogliatoio comune senza troppe mosse come si dice a Genova. Peraltro al campo di atletica sempre comunale, spogliatoi e docce sono comuni senza box privati. Invece nella fichissima palestra Virgin ci sono spogliatoi singoli, docce singole, tutto molto chiuso. Ho sempre fatto
sport da quando sono bambina e mi basta che non ci siano uomini nudi, poi mi va bene tutto.
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08/02/2024 19:34

Re:
Danae (ayfb221203), 08/02/2024 15:09:

@Trale
Più che pudore lo farei un discorso di sicurezza, sicuramente ci saranno persone tranquille e pacifiche, ma anche pedofili, stupratori o maniaci.

Comunque lo dico, se questo è il pensiero che va per la maggiore, cioè accettare che una cosa sia reale solo perché ci rende felici, non so fin dove ci si può spingere…[VIDEO]...


Capisco che l'intervistatore del video voleva estremizzare la discussione ma che una persona fisicamente maschile si senta donna e viceversa rientra in sensazioni mentali personali comprensibili ma se una persona sostenga di essere alta due metri ed invece è alta 1,75 penserei che non abbia una "sensazione mentale" ma abbia un problema mentale che è ben diverso.

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08/02/2024 21:55

@Eroe
Mi sembra giusto, così come una trans di mezza età che si identifica in una ragazzina di 13, è un problema mentale.
Invece al momento può gareggiare con altre adolescenti, è qua il controsenso.

Mi pare di aver capito che la ragione di base è una sorta di meritocrazia nel vittimismo;
“visto che sto soffrendo già tanto per essere così, mi devono permettere di vivere come mi sento e fare ciò che voglio e se è contro le regole, le regole sono sbagliate, ingiuste e siete tutti razzisti omofobi”. 😅
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08/02/2024 22:04


LaPeppa, 8/2/2024:


Per me è solo caos e non libertà, mancanza di educazione alle frustrazioni di cui si cerca il colpevole sempre fuori da sé e mancanza di educazione al volersi bene.
Certo ci sono casi di disforia di genere, direi che tanti invece sono disturbi mentali di cui come diceva Nemes non bisogna mica vergognarsi ma curarsi. Assecondare chi non è lucido, non è fare il suo bene.


Il problema è pure che la sanità si paga, non tutti si possono permettere assistenza psichiatrica.
In un certo senso psicofarmaci (o cure ormonali per qualcuno) sono più rapidi per risolvere, se così possiamo dire, il problema.

Poi è chiaro che sotto una crisi sociale a questi livelli ci sono grossi problemi, soprattutto delle nuove generazioni…
[Modificato da Danae 08/02/2024 22:04]
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09/02/2024 09:40

Re:
Trale (zT7F221205), 08/02/2024 18:06:

Ho sempre fatto sport da quando sono bambina e mi basta che non ci siano uomini nudi, poi mi va bene tutto.



Per un fatto estetico? Nel 2024 non riesco più ad accettare questa discriminazione. Ritengo umilianti delle vagine esposte quanto dei peni esposti. È un problema culturale che zavorra qualsiasi passo in avanti della società.

È chiaro che, come a te, anche a me fa più piacere avere nello spoiatoio una donna ignuda piuttosto che un uomo ignudo ma le preferenze soggettive non devono acuire la discriminazione se no saremo sempre promotori di censura.
Alla fin fine un cazzo equivale ad una figa in certi ambiti. In uno spoiatoio hanno lo stesso motivo d'essere che è una doccia ed un rivestirsi dopo aver nuotato. Certo, cosa diversa sarebbe in un ambiente dove non ci sia un passaggio bensì una presenza di ore tipo al lavoro o a scuola. Ma in uno spoiatoio, un maschio che si fa i fatti suoi equivale ad una femmina che si fa i fatti suoi.
Temo che siano queste discriminazioni di fondo che causano un diverso sentire nei bambini: le pricipessine sono ok, i pori maschietti non possono che essere i cattivacci in tutte le situazioni!
[Modificato da boomerkiller 09/02/2024 09:42]
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09/02/2024 10:02

Re:
Danae (ayfb221203), 08/02/2024 15:28:

L’ultima volta che ci sono stata, una palestra con anche la piscina, negli spogliatoi tante stavano tranquillamente gnude, si mettevano gli slip e si davano la crema o asciugavano i capelli. 😬



Infatti, ma ti spiego perché nello spogliatoio maschile non può succedere: i bambini dei corsi di nuoto!
Praticamente succede che i papà con bambine da gestire non possono accedere allo spogliatoio femminile così come le mamme con dei maschietti che hanno più di 2 o 3 anni. Quindi nello spogliatoio dei maschi c'è un andirivieni di mamme con bambini e papà con bambine. Capisci che debbono essere sempre privilegiate le donne!
Qualche buontempone ce prova a denudarsi nello spogliatoio comune che sarebbe dedicato ai bambini-bambine dei corsi di nuoto ma all'istante gli si fa notare che ci sono una ventina di box con sportelli dove ci si può cambiare ignutandosi!
Anche nelle docce ci sono gli sportelli.
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09/02/2024 11:41

Ma che piscine frequenti boomer?



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La piscina di Città Del Vaticano!
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09/02/2024 12:49

@boomerkiller
Mio Dio, gli squadroni di bimbi con mamme/babbi appresso negli spogliatoi, che incubo!
Io avendo fatto solo corsi di nuoto ai centri estivi dai 6 agli 8/9 anni, mi sono sempre cambiata da me 🙄

A parte questo, per me non è tanto la nudità il problema in quei casi che ho raccontato, così come la maggior parte saranno, probabilmente, brave persone.
Ma è il precedente creato che può aprire spazio a situazioni preoccupanti e potenzialmente a rischio.

E dubito che il tutto possa essere veramente utile per i diritti della comunità Lgbt, ma anzi, probabilmente farà rallentare e retrocedere su tanti traguardi che erano stati conquistati a fatica nei 20/30 anni precedenti.
Opinione personale.
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09/02/2024 13:57

Anche io mi sono sempre cambiata da sola. Nella piscina dove vado c'è un' area apposita per i bambini separata dagli adulti ma è per i bambini proprio piccoli che fanno i corsi insieme ai genitori. C'è anche il fasciatoio per dire. Gli altri bambini o sono capaci di cambiarsi da soli, o non vanno proprio in piscina.
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09/02/2024 14:42

Re:
Trale (zT7F221205), 09/02/2024 13:57:

Anche io mi sono sempre cambiata da sola. Nella piscina dove vado c'è un' area apposita per i bambini separata dagli adulti ma è per i bambini proprio piccoli che fanno i corsi insieme ai genitori. C'è anche il fasciatoio per dire. Gli altri bambini o sono capaci di cambiarsi da soli, o non vanno proprio in piscina.




ma come fa una bambina di tre anni a cambiarsi da sola e asciugarsi i capelli?

quando andavano lei mie, anni fa.....troppi anni fa....
le mamme andavano negli spogliatoi femminili e i papa' in quelli maschili a prescindere dal sesso del bambino.

c'erano sia gli spazi comuni sia gli spogliatoi con la tenda.

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09/02/2024 15:38

Re: Re:
Alebabi73 (0XgC221205), 09/02/2024 14:42:




ma come fa una bambina di tre anni a cambiarsi da sola e asciugarsi i capelli?

quando andavano lei mie, anni fa.....troppi anni fa....
le mamme andavano negli spogliatoi femminili e i papa' in quelli maschili a prescindere dal sesso del bambino.

c'erano sia gli spazi comuni sia gli spogliatoi con la tenda.


Idem.



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09/02/2024 15:43

@Alebabi e Peppa
Ma per i bimbi piccoli certo, a me capitava con bambini già abbastanza grandicelli che però avevano appresso le mamme che gli asciugavano i capelli e stavano attente che non dimenticassero niente.
Avrebbero potuto aspettare fuori, ma non lo facevano…forse avevano fretta 🤣
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09/02/2024 16:19

Re: Re:
Alebabi73 (0XgC221205), 09/02/2024 14:42:




ma come fa una bambina di tre anni a cambiarsi da sola e asciugarsi i capelli?

quando andavano lei mie, anni fa.....troppi anni fa....
le mamme andavano negli spogliatoi femminili e i papa' in quelli maschili a prescindere dal sesso del bambino.

c'erano sia gli spazi comuni sia gli spogliatoi con la tenda.


Adesso non mi ricordo di preciso fino a quale età si può usare lo spogliatoio dei bambini, forse a 3 anni ancora si può andare. Comunque è uno spogliatoio separato dagli altri dove ci sono i bambini. In quello delle donne e i quello degli uomini, non ci sono mamme e papà. Questa secondo me è l' organizzazione ottimale. Io sinceramente mi trovo bene così. I miei figli non li ho mai seguiti nello spogliatoio ma non facevano sport a 3 anni, hanno iniziato alle elementari quando erano ormai abituati a lavarsi e vestirsi da soli. Penso che il phon non lo abbiano mai usato, nemmeno a casa perché è pericoloso, hanno sempre fatto asciugare i capelli da soli. Anche in inverno, ma noi siamo molto spartani, nemmeno io li.asbiugo col phon. C'è da dire che hanno perso e mai più ritrovato parecchia roba negli spogliatoi quando erano piccoli; poi crescendo hanno imparato a controllare di avere tutte le loro cose. Mio figlio grande quando è tornato dal suo ultimo viaggio mi ha detto: "mamma io ho adottato un metodo, ogni volta che tiravo fuori qualcosa dal trolley, lo rimettevo subito dentro quando non mi serviva più. Il mio compagno di stanza invece aveva tutto in giro per la camera". Mia madre mi criticava molto perché diceva che ci mettevano troppo tempo a uscire dagli spogliatoi, erano sempre gli ultimi; per forza perché gli altri venivano aiutati dai genitori. Ma io li facevo anche andare a scuola da soli alle elementari, mi ricordo che altre mamme mi dicevano: ho visto i tuoi figli per strada, ma vanno da soli a scuola? Se vuoi te li porto io. Invece io e altre mie amiche i cui figli facevano il tragitto con i miei, volevamo che andassero da soli per imparare ad essere autonomi. All'uscita ovviamente non si poteva fare. Una volta una mamma aveva fotografato uno de miei figli mentre andava a scuola perché aveva il giubbotto sbottonato e voleva che lo vedessi 😂
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18/02/2024 19:08

Contributo di Susanna Tamaro sull'argomento ( dal Corriere della Sera, riportato su fb poco fa ).


“Personalmente, ho avuto l’infanzia devastata dalla disforia di genere e per questo ne posso parlare con cognizione di causa. Ho iniziato ad avere problemi fin dall’asilo, quello che nei primi anni era una forza primigenia e inconscia è diventata una disperata consapevolezza: ero scesa in terra nel corpo sbagliato.

Data l’epoca, non ho mai confessato a nessuno questa mia devastante certezza ma passavo le notti piangendo se mi veniva regalata una bambola o peggio ancora un qualche vestito da bambina. Verso gli otto, nove anni la sofferenza è diventata incontenibile, avevo sentito dire che a Casablanca si poteva cambiare sesso e quella città improvvisamente si era ammantata per me di una luce magica.

Mia nonna, intuiti i miei tormenti, a un Carnevale mi ha comprato un costume da ufficiale, divisa che non mi sono più tolta fino a che le ginocchia non si sono bucate.

Nel corso delle scuole medie, questo mio penare ha iniziato ad affievolirsi; cominciavo ad avere i miei interessi, a immaginare una vita diversa da quella della caserma. Avrei fatto la scienziata, non c’era dubbio.

E poi, al primo anno delle superiori, ho fatto una scoperta incredibile: esistevano i maschi e sembravano essere estremamente interessanti. Potenza e meraviglia degli ormoni! Sarebbero stati anche loro interessati a me? Davanti alla prorompente femminilità delle mie compagne, tentennavo incerta.

Un giorno in cui volli indossare una gonna per cercare di raggiungere il loro livello, lo ricordo come uno dei più spaventosi della mia vita. Ma poi pensai che forse era meglio restare com’ero, con jeans e maglietta, perché se qualcuno si fosse innamorato di me sarebbe stato colpito più dal mio interno che dalla mia carrozzeria. E così è stato.

Le atroci sofferenze della disforia di genere si sono dissolte come un fantasma alle prime luci dell’alba.

Da molti anni ormai mi chiedo però che cosa ne sarebbe stato di me se, a sette, otto, nove anni, fossi stata presa sotto l’ala protettiva dei falchi del gender? Mi avrebbero convinto della liceità delle mie inquietudini e, come nella più cupa delle fiabe, con il sorriso suadente di chi in realtà è un orco, mi avrebbero rassicurato, avrebbero saputo come risolvere i miei problemi e io avrei baciato con riconoscenza le mani di quegli angeli che promettevano di dissolvere il dardo infuocato che da sempre feriva il mio cuore.

Psicologi, pillole, ormoni e poi il grande salto di diventare ciò che avevo sempre sognato: un maschio. Sono fermamente convinta che la storia giudicherà i cambiamenti di sesso imposti ai bambini e ai ragazzi come un crimine.

Un crimine ideologico, perché se io, sognando di essere un ufficiale, avessi accettato di fare il grande passo, non mi sarei trasformata in un maschio ma in un essere bisognoso di cure a vita, perché la natura è estremamente più forte della cultura o dei nostri desideri e, per contrastarla, a parte le conseguenze degli interventi chirurgici, avrei dovuto ingurgitare ormoni fino alla fine dei miei giorni perché tutto l’imponente apparato biochimico del mio corpo avrebbe continuato a gridare solo una cosa: sono una femmina!

Non posso aver pace pensando al folle apparato che è stato messo in moto in questi anni per devastare le vite di bambini e di adolescenti, nel silenzio di una società sempre più pavida e confusa, capace solo di affidarsi agli esperti e ad una scienza che tutto ha a cuore, tranne il bene della persona.

Come si può pensare di bloccare con la triptorelina lo sviluppo di un bambino nell’attesa che decida cosa voglia essere? La vita non è fatta di foto polaroid. E da quando in qua i bambini hanno la consapevolezza e la capacità di determinare da soli il loro futuro? A dieci, dodici, tredici anni, senza alcuna esperienza di cosa sia la vita del corpo, come ci si può avviare a una trasformazione dalla quale non è possibile tornare indietro?

E qui si rientra nel culto tutto postmoderno del bambino come essere saggio onnisciente, a cui va evitato ogni tipo di sofferenza e i cui desideri diventano improrogabile legge. La saggezza educativa, quella realtà che sembra essersi misteriosamente dissolta, imporrebbe a chi sta vicino a bambini con la disforia di genere di lasciarli liberi di manifestare la loro inquietudine, la loro sofferenza — come ha fatto mia nonna con la divisa da ufficiale e come hanno fatto Brad Pitt e Angelina Jolie con la loro figlia che da bambina voleva essere chiamata John e che ora è diventata l’affascinante Shiloh — accompagnandoli verso l’adolescenza, quando, se non si è caricato ideologicamente questo aspetto della vita, nella maggior parte dei casi la disforia si dissolve.

Quante sono le bambine e le ragazze Asperger non diagnosticate avviate al cambiamento di sesso? Quando ci penso, non dormo la notte. E poi, questa ossessione — quella di rinchiudere in un’ideologia la complessità, la ricchezza e la varietà degli esseri umani — vuol dire costringere l’umanità in una gabbia da cui sarà sempre più difficile uscire.

O sei maschio, e devi essere maschio maschio, o sei femmina, e devi essere femmina femmina. Una femmina che non ama essere frou frou, che non civetta, che ha interessi altri rispetto alla seduzione, viene subito inquadrata come qualcuno che sta a disagio nel suo ruolo; e se qualche infelicità ha, magari di altro genere — famiglie sfasciate, anaffettività, abbandoni educativi — verrà subito caricata di un solo punto. L’identità sessuale. O meglio genitale. La stessa cosa vale per i maschi. Un maschio che ami giochi quieti, riflessivi, che preferisca passare il suo tempo con le bambine invece che buttarsi in risse selvagge verrà subito spinto a pensare che in lui c’è qualcosa che non va, qualcosa a cui si potrebbe porre rimedio.

Da che mondo è mondo, i bambini sono stati liberi di sperimentare, tra le penombre dei cespugli o dei cortili, lontano dagli sguardi degli adulti, l’identità e la potenzialità dei loro corpi, sperimentazioni protette dal sacrosanto velo del pudore e capaci di fingere una continua fluidità: «Facciamo che io ero… facciamo che tu eri…». I ruoli dell’infanzia sono da sempre meravigliosamente intercambiabili.

La ricchezza della persona discende proprio da questo continuo dialogo esplorativo, spesso ambivalente. Ci si forma ricercando, indagando, accettando e rifiutando. Ma quando questi movimenti naturali della crescita vengono militarmente guidati in una prospettiva rigidamente ideologica — il cui fine è incasellare e incatenare qualsiasi realtà dell’uomo alla sue genitalità — ci troviamo di fronte a un’umanità spinta nell’angustie di un vicolo cieco.

Eppure, nonostante tutte queste evidenze, la società contemporanea si è abbandonata al sonno della ragione, il pensiero collettivo, astutamente e lungamente indottrinato, continua ad abbattersi con furore come un’onda contro una granitica scogliera e a indicare nella scogliera il grande limite che impedisce a quell’onda di conquistare la libertà del mare aperto.

Questa scogliera è in realtà un altare, e su questo altare avviene il sacrificio di tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze che, a causa di un momento di confusione e di fragilità nella crescita, vengono trasformati in vittime sacrificali, perché a qualsiasi persona di buon senso appare subito chiaro che la disforia di genere nell’infanzia è sintomo di qualche altro profondo disagio, primo tra tutti, forse, quello di vivere in un mondo che ti ripete continuamente che la vita non ha senso, che noi siamo soltanto figli del nulla e del caso e che non esiste alcuna realtà al di là di quella forgiata dai nostri desideri”.



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Post: 532
Sesso: Maschile
18/02/2024 19:11

Cosa è una donna?
La migliore creazione dell'universo?
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