00 17/09/2007 16:48
Riporto qui quel ch ho trovato sui trigger points, spero possa essere utile a qualcuno...

I trigger points e il dolore miofasciale

L'individuo, soggetto a stress fisici ed emotivi, può reagire con meccanismi fisiologici di difesa: aumento di tono e contrattura di difesa dei muscoli, modificazioni vasomotorie, iperattività simpatica, alterazioni ormonali, altre modificazioni umorali plasmatiche e dei liquidi extracellulari.
Uno specifico punto (più sensibile del tessuto limitrofo) di un muscolo o di una fascia ipertonici e stressati si affatica e segnala la sua condizione sfavorevole al sistema nervoso centrale. La risposta più facilmente prevedibile coinvolge i riflessi motori: diversi muscoli associati al punto trigger diventano contratti e cominciano a stancarsi. Le risposte simpatiche inducono modificazioni vasomotorie nel contesto dell'area grilletto e attorno ad essa. Si produce allora ischemia locale, che provoca alterazioni nell'ambiente extracellulare delle cellule affette, con liberazione di mediatori algogeni (istamina, chinine, prostaglandine), modificazioni osmotiche e del pH, che insieme incrementano la sensibilità dei nocicettori di quella zona. L'attività simpatica può anche provocare la contrazione della muscolatura liscia prossima ai nocicettori stessi, eccitandone in tal modo l'attività.
L'aumento del flusso di impulsi in partenza dai nocicettori concorre al perpetuarsi del circolo vizioso, poichè accresce I'attività motoria e simpatica, che a sua volta incrementa il dolore.
Quando la contrazione incomincia ad affaticare i muscoli, in una situazione di stimolazione simpatica e di alterazioni biochimiche locali, anche i punti trigger di tali muscoli cominciano ad attivarsi, sommandosi al circuito di feedback positivo ed allargando il dolore ai muscoli contigui. Alla fine lo stress dovuto al dolore e alla fatica, sommato all'aumento della tensione muscolare e del tono simpatico in tutto l'organismo, si traduce nell'attivazione di zone grilletto in muscoli situati a distanza dall'iniziale area del dolore.

Il problema diagnostico del dolore miofasciale può essere chiarito quando la compressione di un determinato punto algogeno evoca dolore riferito: cosa non sempre facile, in quanto esso non è necessariamente situato dove il paziente indica di avere dolore.L'anamnesi dettagliata deve essere eseguita per conoscere eventuali eventi patologici, traumatici, movimenti bruschi, sforzi improvvisi, posture anomale, lavori ripetitivi che possano aver scatenato o avviato un dolore miofasciale. Molte volte però l'anamnesi risulta negativa.
Il dolore viene riferito come sordo, acuto, persistente, profondo quasi mai di tipo bruciante o pungente. A volte il dolore viene definito come lanciante, folgorante ed a tipo pugnalata.
Non sempre il dolore è presentato dal paziente come il sintomo principale ma è la limitazione funzionale e la contrattura muscolare che focalizzano l'attenzione.

Trattamento
La cura del dolore miofasciale attraverso il blocco o la "disattivazione" dei TPs costituisce uno dei problemi più frequenti e pressanti constatati nella pratica quotidiana nell'ambulatorio dell'Unità di Terapia del Dolore.
Anche la terapia fisica (massaggi, esercizi di allungamento), gli analgesici non steroidei, lo "stretch and spray" (stiramento del muscolo e spray refrigerante) e lo "stretch and inject" (stiramento ed iniezione del TPs) possono essere di ausilio (13-15).
Conclusioni
Il rilievo occupato dalla sindrome di dolore miofasciale origina anche dal fatto che gran parte delle patologie invalidanti del collo, della spalla, del rachide dorsale e lombosacrale e del torace si manifesta con TPs e che spesso alcune di queste malattie vengono erroneamente diagnosticate e curate per borsite, artrite o patologie viscerali (colecistopatie, appendicopatie, colopatie, ecc.).
Purtroppo non sempre adeguato interesse diagnostico e terapeutico viene dedicato al dolore miofasciale nelle Unità di Terapia del Dolore in Italia.
La diagnosi essenzialmente clinica formulata agevolmente, a volte confortata dalla negatività della diagnostica per immagini e delle indagini strumentali, l'elevata assiduità dei casi osservati, la relativa semplicità della terapia di scelta (blocco dei TPs) e la rarità degli effetti collaterali associata all'alta percentuale di successi terapeutici fanno della sindrome di dolore miofasciale una delle patologie di grande interesse per l'anestesista dedito alla terapia del dolore.
Simona