CISTITE INTERSTIZIALE La Cistite Interstiziale (CI) è una condizione di infiammazione cronica dolorosa della vescica.

BOTULINO

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    00 13/12/2008 17:45
    dalla rivista "Neurogastroenterologia vol 10 n.4 dicembre 2004"
    AGGIORNAMENTI
    PATOLOGIA VESCICALE,
    PROSTATICA E DEL PAVIMENTO PELVICO.
    RAZIONALE DELL’USO
    DELLA TOSSINA BOTULINICA (I PARTE)
    BLADDER, PROSTATIC, AND PELVIC FLOOR
    DISORDERS. THE RATIONAL USE OF
    BOTULINUM TOXIN (1ST PART)
    F. Cadeddu, G. Brisinda, A.R. Bentivoglio,
    F. Brandara, G. Maria


    Dalla sua introduzione nella pratica clinica negli anni ’70, la tossina botulinica è stata sempre più utilizzata
    nel trattamento di patologie caratterizzate da un’eccessiva o inappropriata contrazione muscolare. Nelle
    ultime due decadi le sue applicazioni si sono ampliate in modo considerevole e, attualmente, viene utilizzata
    in patologie sia neurologiche che non neurologiche quali disfonie, alterazioni dei movimenti oculari,ragade anale cronica, sindrome del puborettale, rettocele, disfunzioni genitourinarie ed iperidrosi palmoplantare.
    Alcune di queste applicazioni sono ancora sperimentali ma in altre, quali la ragade anale cronica,l’esperienza clinica consente di considerare il trattamento botulinico come una valida alternativa alla terapia chirurgica, finora considerata di prima scelta. Il trattamento con tossina botulinica presenta, rispetto ad altre terapie farmacologiche o chirurgiche, molti vantaggi nella gestione di patologie croniche:gli effetti sistemici sono assai rari e quelli collaterali sempre reversibili; non si hanno danni tessutali irreversibili;
    è possibile modulare il grado di rilasciamento muscolare variando la dose di tossina, ed infine il grado di compliance del paziente è in genere alto.
    Vengono qui riportati i risultati della sperimentazione dell’impiego della tossina in pazienti con disfunzioni
    del tratto genitourinario.
    PAROLE CHIAVE
    Ipertrofia prostatica benigna. Prostata. Tossina botulinica. Vescica iperattiva.
    PATOLOGIA VESCICALE,
    PROSTATICA E DEL PAVIMENTO PELVICO.
    RAZIONALE DELL’USO
    DELLA TOSSINA BOTULINICA (I PARTE)
    F. Cadeddu, G. Brisinda, A.R. Bentivoglio*, F. Brandara, G. Maria
    Istituto di Clinica Chirurgica e Istituto di Neurologia*, Policlinico Agostino Gemelli, Università Cattolica del
    Sacro Cuore, Roma.
    RIASSUNTO
    BLADDER, PROSTATIC, AND PELVIC FLOOR, DISORDERS. THE RATIONAL USE OF BOTULINUM TOXIN
    (1ST PART)
    Since its introduction in the late 1970s, botulinum toxin (BoNT) has been increasingly used in the interventional
    treatment of several disorders characterized by excessive or inappropriate muscle contractions.
    In the last two decades the use of this pluripotential agent has extended to a plethora of conditions including
    neurological and non neurological disorders such as spasmodic dysphonia, chronic anal fissure,
    eye movement disorders, autonomic disorders such as hyperhidrosis, genitourinary disorders such as
    overactive and neurogenic bladder, non-bacterial prostatitis and benign prostatic hyperplasia.
    BoNT injections have several advantages over drugs and surgical therapies in the management of intractable
    or chronic disease. Systemic pharmacologic effects are rare; permanent destruction of tissue
    does not occur. Graded degrees of relaxation may be achieved by varying the dose injected; most adverse
    effects are transient. Finally, patient acceptance is high.
    In this paper, clinical experience over the last years with BoNT in urologically impaired patients will be
    illustrated.
    SUMMARY
    KEY WORDS
    Botulinum Toxin. Overactive Bladder. Prostatic Hyperplasia. Urinary Retention.
    NEUROGASTROENTEROLOGIA N. 4 - 2004 109
    La tossina botulinica (TB) inibisce
    la trasmissione neuromuscolare
    ed è oggi un farmaco
    con molteplici indicazioni 1-3.
    Nel corso degli anni le applicazioni
    cliniche della TB si sono
    enormemente ampliate; questa
    esplosione d’interesse per l’utilizzo
    della TB è testimoniata
    dalle centinaia di pubblicazioni
    e dalle numerose monografie
    dedicate all’argomento. La scoperta
    che la TB è in grado di
    bloccare la trasmissione colinergica
    a livello del sistema nervoso
    autonomo, senza peraltro
    interferire con la liberazione
    dell’ossido di azoto dalle terminazioni
    non adrenergiche non
    colinergiche (NANC), ha aperto
    la strada al trattamento delle
    patologie caratterizzate da iperattività
    sfinterica e della muscolatura
    liscia.
    In questo lavoro sono riportati i
    risultati della sperimentazione
    dell’impiego della TB nel trattamento
    di pazienti con disfunzioni
    urogenitali e con disturbi del
    pavimento pelvico. Vengono,
    inoltre, descritte le caratteristiche
    chimiche della TB e riportate,
    brevemente, alcune peculiarità
    del suo meccanismo d’azione.
    Maggiore risalto è stato dato
    alla descrizione dell’anatomia e
    della fisiologia della minzione e
    della defecazione, al fine di rendere
    maggiormente comprensibile
    l’azione della TB su così
    specifici sfinteri e muscoli.
    TOSSINA BOTULINICA
    La TB è prodotta dal batterio
    Clostridium botulinum sotto forma
    di esotossina in sette sierotipi
    diversi, denominati con le
    prime sette lettere dell’alfabeto
    da A a G. Malgrado alcune differenze
    immunologiche, esse
    presentano una struttura e un
    peso molecolare simili e sono
    tutte formate da una catena pesante
    H ed una leggera L con legame
    a ponte disolfuro. 4-9 La
    tossina è sintetizzata come una
    singola catena polipeptidica di
    150000 D priva di attività tossica
    4,10,11. L’attivazione si verifica
    dopo diverse modificazioni molecolari
    10,12,13. Per poter esercitare
    i propri effetti, la TB deve
    penetrare all’interno della cellula
    neuronale. Questo legame è
    selettivo, saturabile e dipende da
    recettori specifici localizzati sulla
    superficie presinaptica. Dopo
    il legame, la tossina attraversa la
    membrana plasmatica per mezzo
    di un’endocitosi recettoremediata
    e viene intrappolata in
    endosomi. In seguito avviene la
    traslocazione della tossina dall’endosoma
    al cytosol. A livello
    del cytosol si verifica l’attivazione
    della tossina attraverso la
    liberazione della catena L mediante
    riduzione del ponte disolfuro.
    La catena L è una zincoproteasi
    specifica per le componenti
    dell’apparato di fusione
    che provvedono alla neuroesocitosi
    14-16. L’apparato di fusione è
    formato da tre gruppi di proteine:
    proteine inserite nella membrana
    della vescicola deputata
    alla fusione (sinaptobrevina o
    VAMP); proteine citoplasmatiche
    (NSF, α/β-SNAP γ-SNAP,
    SNAP 25); proteine della membrana
    su cui avviene la fusione
    (HCP-1/sintaxina) 17-21. L’interazione
    di queste proteine guida
    l’avvicinamento delle due membrane
    e rende instabile il bilayer
    lipidico nel punto di contatto fino
    all’apertura di un poro prima
    e di un canale poi nel quale avviene
    la saldatura delle due
    membrane. Segue la fusione
    della membrana della vescicola
    con la membrana plasmatica che
    porta al rilascio di neurotrasmettitore.
    Questo processo è attivato
    dall’ingresso di ioni calcio
    attraverso canali specifici aperti
    dalla depolarizzazione della
    membrana 22. Diversi sono i siti
    bersaglio dei vari sierotipi di
    TB. La proteina SNAP 25 è il
    bersaglio dei sierotipi A ed E,
    mentre la sinaptobrevina è il sito
    d’azione dei sierotipi B, D ed F e
    la sintaxina della tossina C 23-26.
    Indipendentemente dal sito e dal
    meccanismo d’azione viene ottenuto
    un blocco dell’apparato
    di fusione e quindi del rilascio
    di acetilcolina.
    Attualmente il sierotipo A della
    tossina è ampiamente disponibile
    in commercio in due preparazioni:
    quella Europea (nome
    commerciale Dysport® prodotta
    dalla Speywood Biopharm Ltd e
    distribuita dalla Ipsen Spa, Italia)
    e quella Statunitense (nome
    commerciale Botox®, prodotta e
    distribuita dalla Allergan, USA).
    La formulazione americana
    sembra più potente rispetto a
    quella europea con un rapporto
    di equivalenza Dysport®/Botox®
    di 3:1 o 5:1 con diluizioni standard
    della tossina. Un flacone di
    Botox® contiene 100 UI, mentre
    uno di Dysport® ne contiene
    500. È recentemente entrato in
    commercio anche il sierotipo B
    della tossina (nome commerciale
    Myobloc® negli USA, Neurobloc
    ® in Europa, prodotta dalla
    Elan Pharma Ltd). La TB di tipo
    A viene attualmente utilizzata
    nel trattamento di patologie muscolari
    o ghiandolari. L’effetto è
    temporaneo (circa tre mesi) 23 e
    sono quindi necessari periodici
    ritrattamenti. In pazienti in terapia
    da lungo tempo si può sviluppare
    resistenza all’azione
    della tossina 27, verosimilmente
    110 BRISINDA ET AL
    immunomediata, a causa della
    produzione di anticorpi specifici.
    L’infiltrazione della tossina è
    generalmente ben tollerata e non
    sono note reazioni allergiche severe.
    Dopo l’iniezione, la tossina
    diffonde con effetto dose-dipendente
    che diminuisce all’aumentare
    della distanza dal sito
    di iniezione. La diffusione a
    muscoli vicini è comunque possibile;
    particolarmente in caso di
    dosaggi elevati, possono inoltre
    verificarsi effetti su muscoli lontani
    dal sito di iniezione ed è
    possibile, infine, una paralisi generalizzata
    secondaria a diffusione
    nel sangue. Altri effetti
    collaterali sono rappresentati
    da sindromi simil-influenzali,
    plessopatia brachiale ed anormalità
    di alcuni riflessi cardiovascolari
    28-29. La tossina dovrebbe
    essere usata con estrema
    cautela nei pazienti con disturbi
    della trasmissione neuromuscolare
    (miastenia gravis o sindrome
    di Lambert-Eaton) o in terapia
    con aminoglicosidi; è inoltre
    controindicata in gravidanza o
    durante l’allattamento.
    ANATOMIA E FISIOLOGIA
    DELLA MINZIONE
    Il ciclo minzionale consta di
    due fasi: raccolta di urine e
    svuotamento vescicale volontario.
    Le vie urinarie inferiori sono
    costituite dalla vescica (bande
    del muscolo detrusore) e dall’uretra.
    L’uretra presenta un
    duplice meccanismo sfinterico.
    Lo sfintere uretrale interno è
    formato da fibre muscolari lisce
    localizzate a livello del collo vescicale
    e dell’uretra posteriore;
    durante la fase di riempimento
    vescicale si verifica una contrazione
    mediata dai nervi simpatici.
    Lo sfintere uretrale esterno
    presenta due componenti: muscolatura
    intrinseca uretrale, sotto
    controllo autonomico, e fibre
    muscolari striate che circondano
    l’uretra membranosa, sotto controllo
    volontario attraverso il
    nervo pudendo 30.
    Nel contesto del muscolo detrusore,
    una singola fibra nervosa si
    distribuisce a diverse fibre muscolari,
    in modo da determinare
    la contrazione coordinata della
    parete vescicale. I nervi formano
    un plesso perivescicale costituito
    da una componente parasimpatica
    che innerva il corpo vescicale
    e da una componente ortosimpatica
    diretta al corpo ed al
    collo (Tab. 1).
    La fase di riempimento vescicale
    richiede la contrazione dello
    sfintere uretrale esterno (somatico)
    ed interno (simpatico) mentre
    è presente una inibizione
    simpatico-mediata del parasimpatico
    sacrale (rilasciamento del
    muscolo detrusore). L’integrità
    del sistema nervoso simpatico
    non è essenziale per un corretto
    ciclo minzionale. Tuttavia, evidenze
    sperimentali suggeriscono
    che il simpatico causa inibizione
    dell’attività del muscolo detrusore
    e attivazione della muscolatura
    sfinterica uretrale. Durante
    la fase di svuotamento vescicale,
    un intenso input afferente
    vescicale attiva le vie riflesse
    spino-bulbo-spinali; passando
    attraverso il centro pontino della
    minzione, attiva il flusso parasimpatico
    alla vescica ed allo
    sfintere uretrale interno ed inibi-
    Tabella 1
    RECETTORI COINVOLTI NELLA NEUROTRASMISSIONE
    A LIVELLO DELLE VIE URINARIE INFERIORI
    Tessuto
    Corpo vescicale
    Collo vescicale
    Gangli
    Uretra
    Terminali parasimpatici
    Neuroni afferenti
    Sfintere uretrale esterno
    COLINERGICI
    Eccitatori
    M2, M3
    M2, M3
    N, M1
    M
    M1
    -
    N
    Inibitori
    -
    --
    -
    M4
    -
    -
    ADRENERGICI
    Eccitatori
    α1
    α1
    α1, β
    α1, α2
    α1
    -
    -
    Inibitori
    β2
    -
    α2
    β2
    α2
    -
    -
    Eccitatori
    Purinergici [P2x],
    PG, Sostanza P
    Purinergici [P2x]
    Purinergici [P1,
    P2x], Sostenza P
    Purinergici [P2x]
    5-HT
    CAPS, PG,
    Purinergici [P2x]
    -
    ALTRI
    Inibitori
    VIP
    VIP
    Encefalinergici [δ]
    NO, VIP
    NPY
    -
    -
    5-HT 5-idrossitriptamina; CAPS capsaicina; M recettori muscarinici; N recettori nicotinici; NO recettori per ossido nitrico;
    NPY recettori per neuropeptide Y; PG recettori per prostaglandine; VIP recettori per polipeptide intestinale vasoattivo
    NEUROGASTROENTEROLOGIA N. 4 - 2004 111
    sce il flusso simpatico e somatico
    (pudendo) verso la muscolatura
    sfinterica uretrale con conseguente
    rilasciamento di entrambi
    gli sfinteri 30. I meccanismi
    deputati al controllo del ciclo
    minzionale sono organizzati
    in circuiti “on-off switching”
    (Tab. 2).
    PATOLOGIA VESCICALE
    Dissinergia detrusore-sfintere
    La dissinergia detrusore-sfintere
    (DDS) è definita come l’inappropriata
    contrazione dello sfintere
    uretrale in concomitanza
    con la contrazione del muscolo
    detrusore 31. È una delle principali
    cause di morbilità nei pazienti
    con lesioni midollari; questa
    situazione può portare a disriflessia
    autonomica, infezioni
    urinarie severe che possono esitare
    in danni renali e morte prematura.
    Dal punto di vista urodinamico,
    si osserva una curva
    flussometrica bassa con alte
    pressioni detrusoriali e ampi residui
    vescicali postminzionali.
    La dissinergia detrusore-sfintere
    viene tradizionalmente trattata
    con farmaci o interventi chirurgici
    volti a bloccare o ad inibire
    l’attività sfinterica. Dykstra et al
    hanno per primi impiegato la
    TB in pazienti con lesioni midollari
    per ottenere una sfinterotomia
    chimica reversibile 32;
    ulteriori studi sono stati pubblicati
    nel corso degli anni (Tab.
    3). Nelle diverse casistiche si rileva
    una notevole variabilità di
    dosaggi, di volume di diluizione,
    frequenza e modalità di
    somministrazione 33-39. La tossina
    è stata iniettata sia per via
    transuretrale, sotto guida cistoscopica,
    che per via transperineale,
    sotto guida elettromiografica.
    I principali parametri utilizzati
    per valutare l’efficacia del trattamento
    sono stati il profilo
    pressorio uretrale ed il residuo
    urinario post-minzionale. In uno
    studio condotto su 11 pazienti
    trattati con una dose iniziale di
    140 UI di tossina, iniettata per
    via transuretrale, e successive
    iniezioni settimanali di 240 UI,
    sono state necessarie in media
    tre sedute per ottenere la massima
    riduzione del residuo postminzionale.
    È stato registrato
    un miglioramento clinico in 8
    pazienti su 11, con una durata
    degli effetti di circa 50 giorni. Il
    profilo pressorio uretrale si è ridotto
    in media di 27 cm H2O, ed
    è stato osservato un decremento
    medio del residuo urinario postminzionale
    di 146 ml, in assenza
    di effetti collaterali 40. In uno
    studio prospettico su 24 pazienti
    con lesioni midollari, l’effetto
    di un singolo trattamento con
    100 UI di tossina è stato posto a
    confronto con quello di tre infiltrazioni
    ripetute con cadenza
    mensile 31,41. Nell’87,5% dei pazienti
    è stato registrato un decremento
    della pressione uretrale
    massima, della durata della
    dissinergia e del tono uretrale di
    base, rispettivamente, del 48,
    47 e 20%. Ma il più importante
    risultato ottenuto è stata la dimostrazione
    della maggiore durata
    degli effetti della tossina in
    caso di trattamenti ripetuti (9-13
    mesi) rispetto ad una singola
    somministrazione a maggiore
    dosaggio (2-3 mesi). In pazienti
    con lesioni midollari al di sotto
    di D6, l’infiltrazione transuretrale
    di TB all’interno dello sfintere
    interno può richiedere anestesia
    generale per l’alto rischio
    di disriflessia autonomica.
    Schurch et al hanno dimostrato
    che la via di somministrazione
    non influisce sulla efficacia
    del trattamento31. Analogamente
    Gallien et al hanno registrato ri-
    Tabella 2
    ARCHI RIFLESSI DELLE VIE URINARIE INFERIORI
    Branca afferente
    Riempimento vescicale
    Attività afferente a basso livello
    dalla vescica (nervo pelvico)
    Diuresi
    Attività afferente ad alto livello
    dalla vescica (nervo pelvico)
    Branca efferente
    1. Contrazione sfintere uretrale esterno (nervi somatici)
    2. Contrazione sfintere uretrale interno (nervi simpatici)
    3. Rilasciamento detrusore (nervi simpatici)
    4. Inibizione gangliare (nervi simpatici)
    5. Inibizione flusso parasimpatico sacrale
    1. Rilasciamento dello sfintere uretrale esterno
    2. Inibizione del flusso simpatico
    3. Attivazione del flusso parasimpatico alla vescica
    4. Attivazione del flusso parasimpatico all’uretra
    Livello SNC
    Riflesso spinale
    Riflesso spino-bulbo-spinale
    Riflesso spinale
    112 BRISINDA ET AL
    sultati soddisfacenti mediante
    infiltrazioni transperineali 35.
    Recentemente, de Seze et al
    hanno valutato l’efficacia e la
    tolleranza di infiltrazioni di TB
    (100 UI) in confronto con lidocaina
    (4 ml di soluzione allo
    0,5%) iniettate nello sfintere
    uretrale esterno 34. Gli autori
    hanno registrato un significativo
    incremento di tutti i parametri
    valutati nei pazienti trattati con
    TB in assenza di miglioramenti
    nel gruppo trattato con lidocaina.
    In accordo con tali risultati,
    l’infiltrazione di TB nello sfintere
    uretrale esterno sembra efficace
    nel trattamento della DDS
    in pazienti con lesioni midollari.
    Gli effetti clinici si manifestano
    entro 7 giorni ed hanno durata
    massima di sei mesi; sono però
    necessari nuovi trattamenti per
    prolungare l’effetto terapeutico.
    L’infiltrazione della TB nello
    sfintere esterno sembra essere
    una valida opzione terapeutica
    anche in pazienti con sclerosi
    multipla 31.
    Iperattività detrusoriale
    neurogenica
    Tale condizione si caratterizza
    per elevate pressioni intravescicali
    con bassa capacità e distensibilità
    della vescica; può determinare
    l’insorgenza di infezioni
    urinarie ascendenti. Le attuali
    opzioni terapeutiche sono rappresentate
    dall’autocateterismo
    intermittente e dalla somministrazione
    di farmaci anticolinergici,
    entrambe gravate da non
    trascurabili effetti collaterali.
    Trattamenti alternativi (stimolazione
    funzionale delle afferenze
    del nervo pudendo, impianto
    di neuromodulatori sacrali,
    rizotomia sacrale, enterocistoplastica,
    applicazione intravescicale
    di antagonisti vanilloidi)
    sono oggetto di dibattito e
    ancora in corso di valutazione.
    Schurch et al hanno per primi
    sperimentato l’effetto dell’infiltrazione
    del muscolo detrusore
    con TB (200-400 UI) su pazienti
    affetti da lesioni midollari con
    severa iperattività detrusoriale
    resistente a terapie anticolinergiche
    ed associata ad incontinenza
    38, 42. Gli autori riportano
    la loro esperienza su 19 pazienti
    seguiti per un periodo di oltre 9
    mesi con controlli clinici e prove
    urodinamiche. A sei mesi
    dal trattamento sono stati registrati
    significativi incrementi del
    volume soglia e della massima
    capacità vescicale, in associazione
    ad una significativa riduzione
    della massima pressione
    detrusoriale durante lo svuotamento
    vescicale. A 36 mesi dal
    trattamento sono stati registrati
    miglioramenti persistenti ed è
    stato possibile ridurre o addirittura
    sospendere la somministrazione
    di farmaci anticolinergici.
    Un gruppo europeo ha riportato
    risultati analoghi su una casisti-
    Tabella 3
    DISSINERGIA DETRUSORE-SFINTERE: RISULTATI DEGLI STUDI CON TB
    DSD dissinergia detrusore-sfintere; – Parametro non considerato; Nr non riportato; Dysport è il nome commerciale della preparazione europea
    della Tossina tipo A distribuita dalla Ipsen (Maidenhead, UK); Botox è il nome commerciale della preparazione americana della tossina tipo A
    rodotta e distribuita dalla Allergan (Irvine, CA, USA).
    Numero dei pazienti
    Nome del farmaco/dose
    Tecnica di iniezione
    Pressione uretrale
    Residuo postminzionale
    Pressione vescicale minzionale o
    contrazione vescicale non inibita
    Massima pressione uretrale
    durante DSD (valore medio)
    Durata della DSD
    Capacità fuzionale detrusoriale
    Disriflessia autonomica
    Durata degli effetti (giorni)
    Dykstra et al,
    1988
    11
    Botox/140-240
    Transuretrale/
    Transperineale
    Riduzione
    Riduzione
    -
    -
    -
    -
    -
    50
    Dykstra et al,
    1990
    5
    Botox/140-240
    Transuretrale/
    Transperineale
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    -
    -
    -
    Riduzione
    65
    Schurch et al,
    1996
    24
    Botox/100
    Trasuretrale/
    Transperineale
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    -
    Non aumentato
    Da 60 a 90
    Beleggia et al,
    1997
    5
    Nr
    Transuretrale
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    -
    -
    -
    -
    60
    Petit et al,
    1998
    17
    Dysport/150
    Transuretrale
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    -
    -
    -
    -
    Da 60 a 90
    Gallien et al,
    1998
    5
    Nr
    Transperineale
    Non significativo
    Non significativo
    Riduzione
    -
    -
    Aumento
    Riduzione
    90
    de Seze et al,
    2002
    13
    Botox/100
    Transperineale
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    Riduzione
    -
    -
    -
    Nr
    NEUROGASTROENTEROLOGIA N. 4 - 2004 113
    ca di oltre 200 pazienti 43. In aggiunta,
    Schulte-Baukloh et al
    hanno valutato l’efficacia di infiltrazioni
    di 85-300 UI di TB in
    17 bambini con iperattività detrusoriale
    secondaria a mielomeningocele
    44-46. Prove urodinamiche
    sono state eseguite a
    distanza di 2 e 4 settimane dal
    trattamento. Tutti i test hanno
    mostrato miglioramenti significativi
    ed è stata rilevata una
    normale continenza urinaria durante
    l’intero follow up di quattro
    settimane. Miglioramenti dei
    parametri urodinamici a lungo
    termine sono stati, di recente,
    documentati 47.
    Iperattività detrusoriale
    idiopatica
    È stata di recente documentata
    l’efficacia dell’infiltrazione del
    muscolo detrusore con TB (200
    UI) in 30 pazienti con iperattività
    detrusoriale severa. Il 67%
    dei casi ha mostrato un miglioramento
    della continenza per
    circa 8 mesi 31. Sono stati, comunque,
    rilevati elevato residuo
    urinario postminzionale ed un
    caso di ritenzione acuta di urina.
    Al contrario, Radziszewski e
    Borkoski hanno riportato un
    marcato incremento dell’iperattività
    vescicale in 12 pazienti ad
    un mese dal trattamento con
    300 UI di Dysport 48. In uno studio
    prospettico su 16 pazienti
    con incontinenza associata a
    motor- (9 casi) o sensory urge
    (7 casi), con o senza disturbi
    neurologici, trattati con TB (200
    UI) nel muscolo detrusore, la terapia
    è risultata efficace in 13
    con assenza di sensory urge in
    nove di essi; in 7 pazienti (1 con
    motor- e 6 con sensory urge)
    non sono stati registrati miglioramenti
    clinici e 3 sono rimasti
    incontinenti.
    Ritenzione urinaria
    Recenti pubblicazioni hanno
    chiaramente dimostrato che la
    TB potrebbe essere efficace nel
    ridurre la resistenza uretrale e nel
    facilitare lo svuotamento vescicale
    in pazienti con lesioni della
    cauda equina o neuropatia periferica,
    così come in casi di deficit
    della contrazione del detrusore o
    del rilasciamento dello sfintere
    uretrale. Phelan et al hanno valutato
    l’efficacia di iniezioni di TB
    nello sfintere uretrale esterno, in
    pazienti con ostacolo allo svuotamento
    vescicale ed in pazienti
    con paralisi del muscolo detrusore,
    in grado di urinare solo attraverso
    la manovra del Valsalva 49.
    Dopo infiltrazione con 100 UI di
    TB, 20 pazienti hanno urinato
    spontaneamente, senza necessità
    di cateterizzazione. Kuo et al
    hanno riportato la loro esperienza
    su 20 pazienti con disuria o ritenzione
    urinaria da deficit della
    contrazione del detrusore e del rilasciamento
    dello sfintere uretrale,
    non rispondenti alla terapia
    conservativa 50. Dopo il trattamento,
    è stato registrato un ripristino
    della diuresi spontanea in
    11 pazienti e un miglioramento
    clinico in 5 casi. In contrasto con
    tali risultati, Fowler et al non
    hanno riscontrato miglioramenti
    significativi in 6 donne con difficoltà
    urinarie parziali o complete,
    secondarie ad abnorme attività
    miotonica dello sfintere striato 31.
    In ogni caso, i risultati controversi
    riportati in letteratura suggeriscono
    la necessità di nuovi studi
    per chiarire il ruolo terapeutico
    della tossina in questi casi.
    PATOLOGIA PROSTATICA
    Dolore prostatico cronico
    Il dolore prostatico cronico rappresenta
    una condizione patologica
    di frequente riscontro nella
    pratica urologica. Recentemente,
    sono stati trattati con TB (30
    UI) 4 pazienti con prostatite
    cronica non batterica associata a
    spasmo dello sfintere uretrale
    esterno (durata dei sintomi 18 ±
    3 mesi), resistenti al trattamento
    con tamsulosina (0,4 mg in singola
    somministrazione giornaliera
    per 4 mesi). Tutti i pazienti
    sono stati sottoposti a prove
    urodinamiche per valutare il
    tempo di flusso (TQ) ed il tempo
    di flusso massimo (TQmax),
    la velocità di flusso massimo
    (Qmax), la velocità di flusso
    medio (Qave) ed il volume minzionale
    totale (Vcomp). Elevati
    valori di TQ e TQmax con normale
    Qmax sono stati considerati
    indicativi di deficit dell’apertura
    del collo vescicale. Tutti
    i pazienti hanno mostrato, ad
    una settimana dal trattamento,
    un rilevante miglioramento della
    diuresi, in assenza d’incontinenza
    urinaria. Il follow up medio è
    stato di 12 mesi e non sono state
    evidenziate recidive 51.
    Undici pazienti con dolore prostatico
    cronico sono stati trattati
    con infiltrazione transuretrale
    dello sfintere esterno con TB
    (200 UI), previa valutazione con
    esame clinico, prove urodinamiche,
    cistoscopia e test di funzionalità
    del pavimento pelvico.
    Nove pazienti su 11 hanno riferito
    un miglioramento della sintomatologia.
    Sotto il profilo
    urodinamico, sono stati registrati
    la riduzione della lunghezza
    funzionale dell’uretra, della
    massima pressione di chiusura
    uretrale e del residuo postminzionale
    e l’incremento della velocità
    di flusso massimo e del
    flusso medio 52. Benché questi
    risultati iniziali appaiano soddisfacenti,
    sono necessari nuovi
    114 BRISINDA ET AL
    studi per chiarire il reale ruolo
    terapeutico della tossina.
    Ipertrofia prostatica benigna
    L’ipertrofia prostatica benigna
    (IPB) rappresenta un ingrandimento
    di natura benigna della
    ghiandola che interessa entrambe
    le sue componenti, stromale
    ed epiteliale 53-59. La sintomatologia
    è causata dalla ostruzione
    uretrale con ridotto svuotamento
    vescicale 55,60, 61. Generalmente
    la malattia non si manifesta clinicamente
    prima dei 40 anni,
    ma il 50% dei sessantenni ed oltre
    il 90% dei settantenni sono
    sintomatici 62. L’obiettivo della
    terapia è ridurre o eliminare i disturbi
    urinari e prevenire le
    complicanze, con minimi effetti
    collaterali 54. Raramente le terapie
    farmacologiche sono scevre
    da effetti collaterali e, nel caso
    della IPB, l’equilibrio tra costo e
    beneficio appare particolarmente
    delicato e difficile da raggiungere
    62. Le opzioni terapeutiche
    attualmente in uso nella pratica
    clinica comprendono sia la terapia
    medica che diverse tecniche
    chirurgiche 57-59, 63. Benché rappresenti
    il trattamento di elezione
    per la IPB sintomatica, la resezione
    prostatica transuretrale
    presenta inconvenienti non trascurabili:
    circa il 25% dei pazienti
    così trattati hanno risultati
    a distanza non soddisfacenti 64.
    Per ovviare a tali inconvenienti e
    per evitare ove possibile la chirurgia,
    anche in accordo con la
    volontà dei pazienti, sono stati
    proposti diversi trattamenti alternativi
    62. Recenti studi hanno
    dimostrato l’efficacia e la sicurezza
    sia della finasteride, un
    inibitore della 5α reduttasi, che
    degli antagonisti α1-adrenergici
    a lunga durata d’azione (terazosina,
    doxazosina e tamsulosina)
    55, 61, 65-68. A fronte della loro efficacia,
    tali trattamenti sono comunque
    gravati da effetti collaterali
    non trascurabili.
    Studi sperimentali hanno documentato
    che iniezioni di TB nella
    prostata del ratto inducono
    denervazione della ghiandola e
    successiva atrofia 69. Recentemente
    è stato condotto uno studio
    placebo-controllo su uomini
    d’età compresa tra 50 e 80 anni
    con IPB. I pazienti sono stati
    sottoposti a valutazione sia clinica
    (stima numerica dei sintomi
    secondo l’indice dell’American
    Urological Association (AUA)
    ed esplorazione rettale), che
    ecografica (determinazione del
    residuo urinario postminzionale
    e del volume prostatico tramite
    ecografia transrettale), urodinamica
    (uroflussimetria) ed ematochimica
    (determinazione del
    PSA) 60, 70-72. L’obiettivo primario
    è stato la valutazione del miglioramento
    sintomatologico, attraverso
    l’Indice AUA, e della
    variazione del flusso massimo.
    Secondariamente sono state registrate
    le modificazioni del volume
    prostatico, della concentrazione
    di PSA e del residuo
    postminzionale. Tutti i pazienti
    sono stati sottoposti ad infiltrazione
    di 4 ml di soluzione nella
    ghiandola prostatica, 2 ml per
    lobo; è stata utilizzata soluzione
    fisiologica nel gruppo dei controlli
    e TB (200 UI) nel gruppo
    dei trattamenti. Trenta pazienti
    sono stati randomizzati, 15 hanno
    ricevuto TB e 15 soluzione
    fisiologica. Non sono state registrate
    differenze statisticamente
    significative tra i due gruppi in
    merito a età, indice AUA, PSA,
    volume prostatico, velocità di
    flusso massimo, residuo urinario
    postminzionale. Non sono state
    osservate complicanze durante
    la procedura né effetti collaterali
    dopo l’infiltrazione o distanza
    dalla procedura. A distanza di 2
    mesi, tredici pazienti trattati e
    tre del gruppo di controllo hanno
    mostrato miglioramento della
    sintomatologia (P = 0,0007).
    Nei pazienti trattati l’indice
    AUA si è ridotto in media del
    65% rispetto ai valori di base
    (P = 0,00001) ed ha presentato
    una riduzione significativa rispetto
    ai valori del primo mese
    (P = 0,0001). Negli stessi pazienti,
    la concentrazione del PSA si è
    ridotta in media del 51% rispetto
    ai valori di base (P = 0,00001)
    ed è stata osservata, rispetto ai
    valori di base, una riduzione
    del volume prostatico e del residuo
    postminzionale, rispettivamente,
    del 68% (P = 0,00001)
    e dell’83% (P = 0,00001), con
    un incremento significativo della
    velocità di flusso massimo
    (P = 0,00001). Nel gruppo di
    controllo i parametri non si sono
    modificati rispetto ai valori basali.
    Recentemente Chuang et al (report
    non pubblicato) hanno valutato
    gli effetti della TB nei pazienti
    con IPB refrattaria a trattamento
    medico. Undici pazienti,
    non rispondenti a terapia con
    α-bloccanti condotta per un mese,
    sono stati trattati con 100 UI
    di TB attraverso infiltrazioni
    prostatiche ecoguidate. Sono
    stati registrati miglioramenti significativi
    dei sintomi e della
    qualità della vita. Inoltre, è stato
    riscontrato un incremento del
    flusso massimo in assenza di variazioni
    significative del residuo
    postminzionale (riduzione
    del 21,4%, da 80,8 ±21,7 ml a
    63,5 ±25 ml) e delle dimensioni
    prostatiche (riduzione del 14,9%,
    da 22,1 ±1,3 g a 18,8 ±3,4 g).
    Questi studi dimostrano che la
    TB rappresenta una alternativa
    NEUROGASTROENTEROLOGIA N. 4 - 2004 115
    terapeutica valida per il trattamento
    dell’IPB. Dopo l’infiltrazione
    con TB è stato registrato
    un miglioramento clinico
    nell’86% dei pazienti 73, riscontrato
    entro un mese dal trattamento
    e per tutto il periodo del
    follow up. Inoltre sono stati evidenziati
    miglioramenti dell’indice
    AUA e della velocità massima
    di flusso urinario. Sono
    stati infine evidenziati una riduzione
    del residuo postminzionale
    (a due mesi dal trattamento,
    residuo postminzionale ecograficamente
    nullo in 6 pazienti
    trattati), del volume prostatico e
    della concentrazione di PSA. Si
    ritiene che la crescita prostatica
    sia sotto controllo endocrino 74-
    76. In ogni modo, l’elevata concentrazione
    di recettori adrenergici,
    muscarinici e di fibre nervose
    a livello della ghiandola,
    suggerisce che la crescita e la
    sua funzione di secrezione possano
    essere controllate anche dal
    sistema nervoso autonomo 75-78.
    Sulla base del riscontro nella
    ghiandola di un sottotipo recettoriale
    muscarinico che appare
    numericamente predominante, è
    stato ipotizzato che i recettori
    muscarinici possano stimolare la
    crescita ghiandolare 78. La TB,
    attraverso il blocco di tali recettori
    colinergici, determinerebbe
    denervazione e successiva atrofia
    della ghiandola. Inoltre, l’uso
    degli α-bloccanti nel trattamento
    della IPB si basa sulla ipotesi
    che la sintomatologia derivi dall’ostruzione
    dello svuotamento
    vescicale e il 40% del volume
    cellulare della ghiandola sia formato
    da fibre muscolari lisce 75 la
    cui stimolazione è mediata da recettori
    α1-adrenergici. La TB potrebbe
    indurre rilasciamento muscolare
    direttamente o attraverso
    l’azione dell’ossido di azoto.
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    INDIRIZZO PER LA CORRISPONDENZA
    Giuseppe Brisinda
    Istituto di Clinica Chirurgica
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    [Modificato da mily. 13/12/2008 17:59]
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    mily.
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    00 13/12/2008 18:00
    link botulino
    www.botoxina.com/it/news2006/it-newsletter-vol01-num07-10-...

    www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18843427?ordinalpos=1&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DefaultReportPanel.Pubmed_...


    www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12875934?ordinalpos=8&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DefaultReportPanel.Pubmed_...


    www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11257648?ordinalpos=10&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DefaultReportPanel.Pubmed_...

    www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14532805?ordinalpos=14&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DefaultReportPanel.Pubmed_...



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    poplife
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    00 13/12/2008 22:55
    l'altra sera sono stata dal medico di famiglia pe rfarmi prescrivere una ricetta, ma c'era una sostituta perchè la mia era in ferie. Mi ha chiesto a cosa corrispondesse il mio codice di esenzione RJ0030 (CI) e quando le ho detto che avevo la CI, con mio stupore la conoscev, e mi ha detto che una sua paziente (affetta da sclerosi multipla) che aveva seri problemi vescicali causati dalla malattia, ha avuto grandissimo beneficio da infiltrazioni di tossina botulinica, e non sente più fastidio.
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    mily.
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    00 14/12/2008 17:59
    Infatti sto notando che viene ampiamente utilizzato con pazienti che hanno lesioni al midollo spinale
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    .Mariluna.
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    00 20/02/2010 10:32
    Botox nel trattamento dolore pelvico cronico studio su cpps
    www.druglib.com/trial/23/NCT00194623.html

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    .Mariluna.
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